Era la primavera del 1327, venerdì santo, quando un ventiduenne Francesco Petrarca incrociò nella Chiesa di Santa Chiara ad Avignone le “belle membra”, il “bel fianco”, i “beglio occhi”, la “gonna leggiadra”, e le “trecce bionde” come l’oro di Laura, consegnando al mondo una delle prime rappresentazioni di quello che oggi chiameremmo un colpo di fulmine.
6 APRILE 1327, COLPO DI FULMINE NEL MEDIOEVO: PETRARCA INCONTRA LAURA
Era ‘l giorno ch’al sol si scoloraro
Francesco Petrarca – Il Canzoniere
per la pietà del suo Factore i rai,
quando i’ fui preso, et non me ne guardai,
ché i be’ vostr’occhi, Donna, mi legaro
Laura diviene il simbolo ideale dell’amore non solo per il poeta aretino ma un po’ per tutti noi che, da allora, leggiamo estasiati i versi di Petrarca.
LAURA: TRA LEGGENDA E STORIA
Molto sappiamo del Petrarca grazie anche alle sue opere biografiche, molto sappiamo intorno all’amore per Laura di cui parla in tante delle sue opere. Poco o nulla sappiamo della vita di Laura.
L’ipotesi più accreditata la identifica con quella Laura De Noves, o “Lauretta della Casa di Salso”, Madame de Sade, nobildonna francese nata nel 1310 e morta – come riporta lo stesso Petrarca in un’annotazione che il poeta scrisse a margine alla sua edizione di Virgilio decorato Simone Martini – sempre il 6 aprile del 1348. Fu sposa, due anni prima dell’incontro con Petrarca, del marchese Ugo de Sade con cui generò 11 figli.
Laura, che si distingueva per le sue proprie virtù, e che fu così tanto celebrata nelle mie poesie, apparve per la prima volta ai miei occhi sul principio della mia maturità, nellanno del Signore 1327, il giorno 6 di aprile, allora prima, nella Chiesa di Santa Chiara ad Avignone; nella stessa città, nello stesso mese di aprile, nello stesso giorno sesto, alla stessa prima ora, nellanno 1348, quella luce ci fu tolta mentre io mi trovavo a Verona, ignorando il mio fato. Provo una certa consolazione a scrivere questo amaro ricordo di un evento crudele…
Francesco Petrarca – Virgilio, annotazione a margine

LAURA, IL LAURO E IL MITO ETERNO DELL’AMORE NON CORRISPOSTO
Petrarca fu il poeta che meglio seppe fondere il quotidiano e l’assoluto, le piccole cose e quelle celesti e l’idealizzazione dell’amore nella figura femminile di Laura diviene l’espediente retorico per celare l’immagine del trionfo iconografico del lauro, le cui corone erano poste sui capi di coloro che erano considerati i più sommi poeti. Attraverso Laura giunge al Lauro: attraverso la descrizione dell’amore ideale, giunge alla gloria artistica.
D’altro lato Laura è anche l’aura, e l’aurora simbolo della rinascita e del rinnovamento: vi si può trovare riferimento anche al mito di Dafne che, consacrata la sua verginità a Diana e, inseguita da Apollo che se ne innamora, si trasforma in pianta di alloro per sottrarsi a lui.
In questo senso Laura diviene simbolo divino dell’amore aulico non corrisposto.
CORSA ALL’ANELLO: DAL 1300 A OGGI, UNA SFIDA MODERNA CHE TRAE ORIGINI DAL NOSTRO PASSATO
E come è nitida e moderna l’emozione che riviviamo leggendo le liriche del poeta di Arezzo, così è nitida e forte l’emozione che si rivive ogni anno per le vie della nostra città che dal XIV sec. a oggi offre a tutti noi il gusto della vita e delle sfide del Medioevo della Corsa all’Anello.
Con la lettura de lo banno per le vie di Narnia, inizieranno le manifestazioni che ci accompagneranno a La Sfida del 12 maggio con un Programma ricco di eventi e spettacoli.