“Ci abbiamo messo tanta passione
e ancora ce ne metteremo.”
Il Gusto di Vivere la Storia
A.D. 1371
Come nella Narni medievale, di nuovo oggi nella Corsa all’Anello la città ha suddiviso il suo territorio tra le mura in tre Terzieri : Mezule la zona a monte verso la Rocca, Fraporta la città compresa tra la piazza dei Priori ed il Duomo e Santa Maria dall’antica chiesa di S.Maria Impensole fino alla porta Polella.
I terzieri sono oggi veri e propri centri di aggregazione, punti di riferimento per gli abitanti che offrono il loro impegno e la loro professionalità per il successo della festa.
Ogni terziere ha realizzato la propria scuderia per la preparazione degli abilissimi cavalieri della Corsa all’Anello, che si allenano in attrezzate strutture. Le donne dei terzieri, lavorano nelle sartorie sotto la guida di costumisti storici per la realizzazione dei costumi del corteo. La produzione di ogni abito è frutto sia di approfondite ricerche, tramite l’iconografia ed i documenti del tempo, sui tessuti, sui tagli, sul personaggio, sia dall’opera di abilissime mani che sanno trasformare le stoffe in splendidi abiti trecenteschi.
Il risultato è un corteo storico che offre uno spettacolo molto vicino a quello di una società umbra del XIV secolo. I giovani si incontrano per preparare le giornate medievali: studiano scene e riambientazioni, spettacoli e drammatizzazioni, l’allestimento di veri e propri tableaux-vivents che ripropongono immagini di famosi pittori del ‘300. Cortei e costumi, giornate medievali e ambientazioni, competono di una gara che vede l’assegnazione, da parte di una giuria di esperti, del “Bravio per il miglior Terziere”, drappo dipinto da un’artista contemporaneo.
Le taverne sono lo spazio dove si consumano i momenti lucidi e conviviali. I caratteristici locali allestiti con arredamenti tipici, offrono le atmosfere dei tempi lontani unite ai sapori antichi della tradizione.
Perché i tre Terzieri si chiamano così?
I loro nomi ci sono noti dai documenti storici: Mezule, Fraporta e S.Maria, tutti lo sanno, ma qual è l’origine di questi nomi? Essi sono strettamente collegati al territorio comunale ed alla sua suddivisione, ma per alcuni anni (soprattutto agli esordi della corsa moderna) c’è stata un po’ di confusione riguardo alla loro vera etimologia, e ciò ha incredibilmente generato un errore “geografico” a cui, nel tempo, si è rimediato solo teoricamente, ma non geograficamente.
Spieghiamoci meglio: il Terziere S.Maria deve il suo nome alla chiesa di S.Maria Maggiore (poi S.Domenico), posta lungo la Via Mazzini, sebbene anche in questo caso per qualche anno alcuni concittadini hanno equivocato tale titolo con quello di un’altra chiesa, S.Maria Impensole, avanzando quindi il confine del terziere molto più in alto di quello storico.
La toponomastica ci aiuta per il Terziere Mezule: storicamente il “mezzo” della città, ma allora com’è possibile che oggi questo nome indichi invece la parte alta del centro storico?
Il quesito è presto risolto: ad una prima rilettura delle fonti scritte, i fondatori della festa moderna ritrovarono a ridisegnare ex novo i confini dei terzieri, e si affidarono anche all’etimologia dell’altro terziere “Fraporta”:
Questo fu individuato, erroneamente, come la porzione di città compresa tra Porta Ternana e Porta Romana, e tale errore ha poi generato una catena di altri problemi, risoltisi con l’individuazione (per esclusione) del terziere Mezule con la parte restante della città: quella in alto, oltre Piazza del Lago, verso la Rocca (richiamata anche nel vessillo).
L’attuale Porta Ternana (delle Arvolte) è infatti posteriore al medioevo, quindi non collegabile all’etimologia del Terziere.
In realtà l’etimologia di Fraporta (in alcuni documenti cinquecenteschi anche Foraporta) sottintende la preposizione Infrà, che nel latino medievale corrisponde a “sotto – al di sotto di”. La porta a cui si fa riferimento è invece da intendersi come la “Porta Superior” della città, oggi nota come Arco Romano, la via d’accesso alla città dalla Flaminia, e la porzione di città al di là, oltre, oppure sotto questa porta, è proprio quella alta, oltre Piazza del lago!
Ecco quindi risolto l’arcano: la denominazione dei due terzieri da sempre nemici, e la loro collocazione storico- geografica andrebbe quindi completamente ribaltata!
Terziere Mezule
Il Terziere Mezule, o Parte De Sopra, si colloca poco sopra piazza Garibaldi estendendosi fino alla Rocca dell’Albornoz; nascosto al grande flusso, conserva ancora oggi la tipicità e le caratteristiche del Borgo Medievale.
Il suo vessillo è una Torre Nera in campo Bianco.
L’ingresso principale del Terziere, celato da altrui vessilli, si inserisce nell’antico tracciato della via Flaminia (oggi via XX Settembre), che tortuosa da Piazza Garibaldi sale il monte e si dirama in un groviglio affascinante di vicoli e stradine con scale e ciottoli, sul percorso vale la pena soffermarsi ad ammirare il Palazzo dei Conti Mancinelli in via Aspromonte, il suggestivo scorcio con archetto in cotto del 1400 in via del Monte, la Chiesa di S.Margherita, per finire con l’imponente Rocca Albornoziana e durante i festeggiamenti gli Ambienti Medievali.
Molti di questi ambienti medievali ricostruiti abilmente dai volontari, sono negli anni divenuti il “palcoscenico” perfetto per le apprezzatissime rappresentazioni delle Giornate Medievali di Mezule, vero e proprio fiore all’occhiello del Terziere, che negli anni ha raccontato veri e propri episodi della storia trecentesca narnese attraverso coinvolgenti e spettacolari scene di teatro di strada.
Per il visitatore che entra a Narni, il Terziere Mezule non è immediatamente visibile, ma con un po’ di fortuna si scopriranno i suoi vicoli e le sue piccole piazze e con esse le taverne del Terziere… L’Hostaria, L’Aquila Nera, le Stranezze e l’antichissimo forno che ininterrottamente dal Medioevo ad oggi ha continuato a diffondere nell’aria profumo di pane e pizza.
All’interno di caratteristici locali, la consolidata tradizione Mezulana nell’arte della cucina propone piatti della cucina tipica Umbra e pietanze dal gusto Medioevale che negli anni hanno conquistato i commensali in visita alle Osterie del Terziere.
Nelle taverne illuminate anche dalla luce delle candele in un connubio fra cibo, canti e poesia, sarà data ai partecipanti la possibilità di vivere l’essenza del Medioevo.
Terziere Fraporta
E’ il Terziere che occupa la parte centrale della città, caratterizzata essenzialmente dalle due piazze principali, dai monumenti storici del Paese e dall’imponenza del Duomo.
Il suo vessillo dai colori Rosso/Blu presenta al centro una porta d’ingresso bianca.
Il comitato del terziere è attualmente costituito da una nuova generazione di contradaioli, agguerriti ed ambiziosi, desiderosi di rinnovare la gestione del terziere, nella conferma delle sue grandi tradizioni. Il così detto “Palazzo Fraporta” è recentemente divenuto il punto d’incontro di tutti i simpatizzanti del Terziere.
Avendo a disposizione le due piazze principali della città, il terziere Fraporta ha utilizzato al meglio questi ampi spazi per riproporre allo spettatore apprezzatissimi spettacoli di danza o suggestive scene di massa, coinvolgendo anche vari costumanti tra nobili e popolani.
Durante gli oltre 15 giorni di festeggiamenti, per allietare in allegria e libertà le serate dei graditi turisti visitatori, sono allestite dal Terziere Fraporta l’ Hosteria, il Forno e Lo Dolce, per soddisfare tutti i gusti e tutte le esigenze.
Nel corteo del terziere, spiccano il gruppo tamburini, vincitore di numerosissimi premi, nonché gli stendardi dei castelli, dipinti da giovani artisti narnesi ed il gruppo dei musici medievali.
Tutti i costumi sono realizzati artigianalmente nella sartoria interna, vero punto di forza del Terziere.
Grazie alla abilità e alla passione delle sarte contradaiole, vengono confezionati veri e propri gioielli sartoriali, nel pieno rispetto dell’iconografia e documentazione storica.
Per quanto riguarda l’ambiente, spicca all’occhio la ricostruzione della Via dei Mercanti (oggi via dei Priori) con i grandi portali di legno tipicamente medievali, la suggestiva illuminazione con candele della chiesa di S.Francesco, dove si svolge ogni anno la tradizionale cerimonia di investitura dei cavalieri giostranti, e l’imperdibile imbandieramento di via del Campanile, scorcio emozionante del terziere, ma anche Speziale e Orto Medievale ricostruito abilmente nello spazio retrostante l’abside gotico di S. Francesco, affacciato sulle splendide Gole del Nera.
Terziere Santa Maria
Il Terziere di Santa Maria, comprendeva, e comprende, la parte nord-ovest della città di Narni, parte che allora era la principale, dato che era attraversata dalla Strata Maior (oggi divisa tra via Marcellina e via Mazzini), sulla quale si affacciano ancor oggi i più ricchi e importanti palazzi nobiliari.
Palazzo Scotti, palazzo Arca-Marinata, la Torre dei Marzi, palazzo Cardoli, palazzo Capocaccia pongono le loro splendide bifore ed i loro magnifici portali lungo la nobile via ma su essa si aprono anche edifici religiosi di estrema importanza: S.Maria Maggiore, (a cui il Terziere deve il nome ed il vessillo, una chiesa nera in campo arancio) l’antica cattedrale divenuta poi “d’inverno” contrapposta a quella “nuova” extra moenia di S. Giovenale e S. Maria Impensole, anch’essa antichissima chiesa, costruita sulle rovine del tempio di Bacco, luogo delle assemblee delle corporazioni cittadine.
Completano lo splendido elenco di edifici medievali (trascurando quelli di piverna origine, quali Palazzo Bocciarelli, Palazzo Mosca, entrambi all’inizio della via e la chiesa di S. Restituta) le porte che determinavano l’accesso alle antiche mura cittadine, quali porta Nova (consequenziale infatti al sacco dei lanzichenecchi del 1527) o della Fiera, porta dei Polelli e porta del Vodano; prima di arrivare alla porta Nova, comunque si può osservare un altro edificio di interesse non artistico ma storico: la casa di Erasmo da Narni, prode cavaliere di ventura noto come il Gattamelata, vuoi per i suoi modi suadenti, vuoi per il nome della madre Melania Gattelli.
Così grazie anche alla magnifica statua del Donatello, a Padova, che lo immortala a cavallo, il nome di Narni rimane e rimarrà nella storia comunque legato al condottiero, come lo stesso Erasmo amava ricordare: “Narnia me genuit, Gattamelata fuit”.